Monthly Archives: Settembre 2013

Posillipo. L’ape e la farfalla

800px-Napoli5Il Golfo di Napoli ammirato da Posillipo è un panorama la cui bellezza si imprime indelebilmente nella memoria di chi ne ha goduto. Se ne erano accorti già gli antichi Greci, 3000 anni fa, quando scelsero di insediarsi in questo promontorio abitato esclusivamente da rocce e arbusti e lo chiamarono Posillipo, Pausilypon, ovvero pausa dal pericolo, e dal dolore. Allora nemmeno la proverbiale perspicacia greca poteva immaginare che anche di fronte a tale spettacolo avrebbe preso dimora il dolore, nella sua intrinseca capacità di trasformarsi in forme sempre nuove e di insediarsi in ogni anfratto delle società umane.

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La laguna da prua a poppa

232215048-9827156e-aab7-4b21-b83e-12a675ab6528Il 21 Settembre nella città di Venezia un ben misero record è stato battuto. In una sola giornata le grandi navi in transito e stazionamento in laguna erano 11, a cui si sono aggiunte 5 navi da crociera e 2 traghetti sotto le 40mila tonnellate, che in totale fanno 18 navi in un solo giorno, cioè 36 passaggi attraverso il bacino di San Marco dall’alba al tramonto. 772mila tonnellate di stazza lorda, come racconta ai giornalisti Silvio Testa, 20mila passeggeri più 8mila membri del personale di bordo. Equivale alla metà dei cittadini di Venezia, sbarcata nell’arco di poche ore.

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Oceano Iran. Intervista al fotoreporter Nicola Zolin

iran-08Nicola Zolin non ama le definizioni (“quando devi definire una realtà sei costretto a scegliere qualcosa ed escludere artificiosamente qualcos’altro”) ed in effetti trovare una parola che riassuma le sue scelte di vita non è affatto facile. Alle sue spalle innumerevoli viaggi, fatti evitando di volare, per raccontare attraverso la sua macchina fotografica i volti e le pieghe dei mille mondi attraversati. Un intenso percorso di incontri ed immagini che il giovane “attivista mediatico” vicentino non ha ancora smesso di percorrere. Lo incontriamo nella sua casa “temporanea”, tra gli orti e le cicale dei colli vicentini, per parlare della mostra fotografica sull’Iran che ha appena inaugurato a Bassano del Grappa e provare, attraverso la sua testimonianza, a scoprire qualcosa in più di questo paese spesso citato, di rado capito.

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Il lavoro (s)nobilita l’uomo

4302766565_9f2cf67b12_oIl lavoro, ciò che fino a qualche anno fa in Occidente costituiva un polo di sicurezza nella vita dei singoli, la forma della loro quotidiana regolarità e la base della loro progettualità futura, si è trasformato oggi nella massima fonte d’insicurezza ed inquietudine per milioni di persone. La conformazione stessa del lavoro sta subendo evoluzioni sostanziali, che fanno dei vecchi modi di pensarlo e delle tradizionali strutture per normarlo strumenti obsoleti. Tutte quelle conquiste sociali in termini di garanzie e tutele per il lavoratore che si era riusciti faticosamente e progressivamente a strappare al mondo del capitale e che si credevano oramai assicurate ed intoccabili nell’Europa del Welfare State regrediscono sotto i nostri occhi, una ad una, in un movimento che pare inesorabile poiché imputato a cause senza volto, a dinamiche sovranazionali, anonime, incontrollabili ed incontrastabili. Una per tutte, la “crisi”.

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Frammenti di Siria: incontro con Shady Hamady

Stop Blood in SyriaPerchè soltanto ora? Perché il mondo si è accorto della Siria soltanto ora?

È con questa scomoda domanda che Shady Hamady accoglie il pubblico venuto ad assistere alla presentazione del suo ultimo libro, “La felicità araba”, in un sabato assolato d’inizio settembre. Nato a Milano da madre italiana e padre siriano, classe 1988, Shady è oggi una tra le voci più importanti dell’opposizione siriana in Italia. L’attivismo appassionato che lo anima affonda le radici anche nella sua storia familiare, segnata dalle vicende del padre, membro del Movimento nazionalista arabo di ispirazione nasserita, arrestato e torturato nelle prigione di Homs in seguito alla presa del potere da parte del partito Baath nel 1963 e costretto infine alla fuga e all’esilio politico nel nostro paese. Lui stesso, che parla degli occidentali usando il “noi”, non potrà entrare in Siria prima del 1997, anno dell’amnistia generale decretata da Assad, per essere nuovamente costretto ad allontanarsene allo scoppio delle recenti tensioni.

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Mettere una croce sopra il pacifismo?

hqdefaultSabato 7 settembre sarà una giornata di digiuno e preghiera, voluta da Papa Francesco per unire spiriti e popoli in una comune opposizione all’intervento militare in Siria e all’aggravamento delle tensioni che esso comporterebbe in Medio Oriente. All’appello del pontefice hanno aderito confraternite ed organizzazioni umanitarie, associazioni e politici, chiese latino-americane e profughi, cattolici, musulmani, drusi, ismaeliti e laici. Perfino il ministro Lupi, che in Val di Susa non è esattamente un ambasciatore di pace, e il (lui sì) davvero insospettabile ministro della difesa Mauro, con la mano ancora calda per l’accordo con la Lockheed Martin sugli F-35, saranno nel gruppo dei presenti a pancia vuota.

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Quando l’immatricolazione all’università si fa in banca

blu-bogota-1Nessuno di noi si sognerebbe di andare dal salumiere per comprare un paio di scarpe o di cercare un chilo di pomodori dal rigattiere, così come nessun neo-diplomato potrebbe immaginare di dover andare in banca per immatricolarsi all’università. Eppure questo è esattamente quel che accade a Venezia, all’università Ca’ Foscari, dopo l’introduzione della Carta Multiservizi.

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