Per chi scaglia la prima pietra

IntifadaChildAli Shamlawi, un ragazzo palestinese di 16 anni, è stato condannato a 20 anni di prigione, con l’accusa di tentato omicidio per aver lanciato pietre contro alcuni veicoli israeliani a Tel Aviv. A fargli compagnia saranno altri quattro ragazzi di Hares, di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Nessun testimone ha confermato di aver assistito al lancio: le uniche prove d’accusa sono la confessione firmata dal ragazzo e il report della compagnia di assicurazione delle autovetture.

La madre di Ali racconta di abusi subiti dal ragazzo subito dopo il fermo, sottoposto ad interrogatori continui e privato di qualsiasi assistenza legale. Di una cella buia, larga un metro per due, dove egli è stato rinchiuso, privato del sonno e sotto costante pressione psicologica. Fino alla firma estenuata di una confessione scritta in lingua ebraica, una lingua che Ali nemmeno conosce. Un racconto che le forze di sicurezza israeliane negano risolutamente.

Ma non è la prima volta che Israele finisce nel mirino delle accuse da parte degli osservatori internazionali per i diritti umani – tra cui l’UNICEF e la Commissione dell’Onu per i diritti dell’infanzia (http://www2.ohchr.org/english/bodies/crc/docs/co/CRC-C-ISR-CO-2-4.pdf) – per l’abuso sistematico di bambini palestinesi e per la violazione dei loro diritti, tra cui l’estorsione di confessioni attraverso torture fisiche e minacce psicologiche. Dal 2000 Israele ha arrestato e detenuto infatti più di 8.000 bambini palestinesi, alcuni addirittura di 12 anni, nella maggior parte dei casi per lancio di pietre, e circa 700 bambini vengono tuttora arrestati ogni anno. Adolescenti che subiscono lo stesso trattamento penale degli adulti.

Purtroppo l’immagine della bilancia non si adatta più a rappresentare la giustizia. Quantomeno non l’idea israeliana di giustizia. Non c’è equilibrio nel distruggere la vita di un ragazzino per aver cercato in un gesto disperato una qualche ribellione contro un’occupazione illegale che dura da decenni. Non c’è equilibrio in una percentuale di condanna dei minori palestinesi imputati da parte dei tribunali israeliani che nel 2010 ha raggiunto il 99.74%. Non c’è equilibrio, infine, in una pietra, tanto piccola da essere raccolta dalle mani di un bambino, scagliata contro l’esercito più potente del pianeta. Nel silenzio indifferente del mondo.

Fonte: Aljazeera.com
http://www.aljazeera.com/indepth/features/2013/07/2013728135136297215.html
di Klopf

Immagine erepublik.com


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