L’apartheid alla svizzera

immigrazione clandestina in spagnaLe autorità svizzere hanno emanato un provvedimento restrittivo con cui vietano ai richiedenti asilo di frequentare luoghi pubblici quali cortili scolastici, piscine, biblioteche, parchi giochi o chiese. Una lista di exclusion zones che comprende ben 32 tipologie locali, in quella che pare essere l’ennesima forma di discriminazione contro gli immigrati nel continente “civilizzato”.

La motivazione? La illustrano le parole di Raymond Tellenbach, sindaco di Bremgarten, cittadina a ovest di Zurigo: “We have decided on security grounds not to allow access to these areas, to prevent conflict and guard against possible drug use.” Rinforzate dalle dichiarazioni di Mario Gattiker, capo dell’Ufficio svizzero per l’immigrazione: “We need rules to ensure a peaceful and orderly coexistence of residents and asylum-seekers”, nella curiosa convinzione che si possa creare una pacifica convivenza segregando una parte della comunità. Come se il buon Gattiker, per vivere serenamente il proprio matrimonio, chiudesse la moglie in cucina.

A concludere il walzer del razzismo alla svizzera arriva infine il sindaco di Menzingen, tale Roman Staub, il quale sostiene con fermezza che i richiedenti asilo debbano essere rigorosamente banditi dai paraggi delle scuole:  “This is certainly a very difficult area, because here asylum-seekers could meet our schoolchildren – young girls our young boys”, spiega. E non sia mai che questi ibridi di umanità possano viscidamente entrare in contatto con il fior fiore della gioventù alpina! chissà in quali forme potrebbero corromperne la purezza!

Nel frattempo i rifugiati che hanno avuto la malcapitata sorte di rivolgersi a questo paese sono stati alloggiati in bunker militari tra le montagne, riadattati (si spera) allo scopo. Si tratta di luoghi posti a distanza di parecchie miglia da ogni altra abitazione umana, i cui abitanti sono sottoposti ad un coprifuoco che vieta loro di uscire dopo le cinque di sera.Può sembrare sufficientemente restrittivo? A quanto pare no, dal momento che alcuni politici locali si stanno lamentando con forza pure di questa “soluzione”. A detta loro, infatti, la presenza dei richiedenti asilo tra le vette alpine potrebbe avere ripercussioni negative sull’industria turistica.

di Klopf

Immagine left.it

Fonte: Independent.co.uk


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